Candidati all'apertura dell'A.S. 2020/21 con "Diamoci una mano"
Il delicato tema dell'immigrazione verso le coste italiane con uno sguardo al futuro e alle possibili nuove terre di speranza per chi decide o è costretto a lasciare i propri luoghi. E' questo il tema del cortometraggio con cui alcuni studenti del nostro Istituto, nel dettagli gli alunni della 3Q della sede succursale, sono riusciti ad arrivare in finale al "Marano Spot Festival". La manifestazione, giunta alla sua 22esima edizione, ha avuto come tema portante quest'anno quello del viaggio: un percorso da intendere non solo nel suo significato fisico di spostamento, ma come cambiamento verso un futuro e un mondo sicuramente migliore. Spazio dunque alla creatività ma con notevoli riferimenti alla cronaca quotidiana che vede le nostre terre meta di approdo per tanti migranti che partono da contesti spesso tristi, ma conosciuti, con in valigia solo sogni e speranze di un miglioramento concreto. Il corto della durata di tre minuti circa è intitolato "Diamoci una mano" e ha visto gli studenti impegnati in diversi ruoli: dalla cura dei costumi, al trucco, passando per la musica che rappresenta un canto del Gaha. Un invito alla tolleranza e al rispetto del diverso: è quanto hanno voluto comunicare gli alunni con questo lavoro che gli ha permesso non solo di arrivare in finale con altre diciassete scuole, ma di ipotizzare come in futuro vi potranno essere anche altri popoli costretti a spostarsi verso altri continenti, come ad esempio quello africano.
La problematica dei migranti riguarda l'Italia che accoglie popoli africani costretti a scappare dalle proprie terre per la fame e la povertà, per sfuggire alle persecuzioni politiche e religiose, a guerre civili e a una morte certa … ma in un prossimo futuro la storia potrebbe cambiare, potrebbero essere gli italiani a diventare i “migranti di domani”. Gli alunni hanno voluto ribaltare le sorti immaginando che sulle coste africane nel 2119 un gruppo di ragazzi ritrovino sulla spiaggia un giovane come loro, un piccolo migrante italiano costretto a fuggire dalla sua patria alla ricerca di una vita migliore. I ragazzi africani accolgono il migrante italiano dandogli da bere, da mangiare e donandogli un giubbino che lo riscaldi.
Il cortometraggio racconta di un incontro tra popoli diversi, vuole rappresentare un messaggio di pace, amore e fraternità: invita tutti gli uomini al reciproco rispetto, a sostenere l'altro nelle difficoltà. Il video attraverso immagini mute, volutamente senza parole perché parla una lingua universale, invita l'uomo al rispetto delle differenze sociali, religiose, culturali.
Il viaggio che viene rappresentato, quello del “migrante”, da un lato è reale e concreto, dall'altro può rappresentare il viaggio virtuale che ogni uomo affronta nella sua vita incontrando l’altro, aspettandosi di essere accolto e accettato. Il viaggio è accompagnato da una canzone tipica del Ghana che inneggia alla vita, fatta di gioie e dolori. La canzone con il suo ritmo tribale sottolinea i diversi momenti del filmato, momenti di pathos, momenti conviviali e di accoglienza, momenti di gioia.
Gli alunni della classe hanno elaborato la trama del racconto, che è stato il risultato finale di un progetto più ampio, svolto con il supporto esclusivo di personale interno al consiglio di classe, ed ha riguardato le tematiche legate alle migrazioni sia sotto l’aspetto scientifico che quello storico-sociale. Musica e canto sono stati acquisiti attraverso il coinvolgimento della famiglia della voce cantante (alunna partecipante al progetto). Le riprese sono state effettuate, in epoca pre-Covid, sia all’interno dell’edificio scolastico (i mosaici sono frutto del lavoro degli alunni durante le ore di arte e immagine) sia all’esterno (sulle spiagge del litorale domizio non lontano dall’istituto). E’ risultato determinante il contributo di esperienza del docente di sostegno della classe, esperto di strumentazione musicale, e del suo figliolo, ex alunno dell’Istituto, che ha collaborato a titolo gratuito alle riprese ed al montaggio del video.