La scuola dopo la pandemia

COM’E’ CAMBIATA LA SCUOLA DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA DI COVID 19?

QUALI SONO LE SFIDE A CUI E’ STATA CHIAMATA LA SCUOLA?

COME CAMBIA IL MONDO DEL LAVORO?

A QUESTE ED ALTRE DOMANDE, LE RISPOSTE DEL DOTT. MARCO BERARDINELLI, RESPONSABILE EDUCATIONAL GOOGLE ITALIA.

Grande partecipazione il 23 novembre alla “Don Salvatore Vitale” per l’evento “COME CAMBIA LA SCUOLA DOPO LA PANDEMIA”.

Cornice di questo appuntamento è stato l’auditorium della sede succursale dove il Dirigente Scolastico, Prof. Giovanni Fornataro, ha accolto l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Giugliano in Campania Dott.ssa Tonia Limatola, il consigliere comunale Dott. Luigi Guarino, una rappresentanza di dirigenti, docenti ed animatori digitali dell’Istituto e delle scuole del territorio, genitori ma, soprattutto, ospite d’eccezione, il Dott. Marco Berardinelli, relatore dell’evento.

L’incontro è stato aperto dai ringraziamenti a tutti i partecipanti da parte del Dirigente Scolastico, il quale ha presentato la scuola e il territorio che ospita le due sedi, una scuola che si è molto spesa nella attivazione della didattica a distanza, prima scuola sul territorio ad attivare l’esperienza della G-Suite con lo sforzo enorme richiesto dalla gestione in pochi giorni di circa 1400 utenze, un’esperienza che ancora porta la sua eredità.

Anche la Dott.ssa Limatola ci ha tenuto a ringraziare l’ospite competente e tutti i partecipanti. Ha precisato quanto sia importante la formazione nelle scuole, come i docenti possano diventare testimonial dell’innovazione tecnologica e come ci siano tanti docenti che hanno voglia di apprendere e di potenziare le loro competenze. Consapevole che sul territorio giuglianese tante cose dovrebbero essere risolte, come la mobilità sul territorio, afferma che il collegamento non è solo quello della rete ma che, per fare rete, se non c’è mobilità sul territorio, tutto è impossibile.

Il Dott. Luigi Guarino pone l’accento anche sulle difficoltà della platea della periferia, delle difficoltà incontrate da tanti studenti a reperire ed accedere ai dispositivi necessari per seguire le lezioni e afferma che “fatte le macchine, bisogna costruire le autostrade”. Non ama dilungarsi il Dott. Guarino, ha preferito dare la parola al Dott. Berardinelli.

Responsabile Google For Education in Italia da circa tre anni e precedentemente responsabile Microsoft nelle scuole, il Dott. Berardinelli entra subito nel tema dell’evento e quindi di come sia cambiata la scuola negli ultimi anni dal punto di vista dell’innovazione, e di come fino a pochi anni fa l’unica preoccupazione era dare alle scuole una LIM.

I report OCSE PISA hanno evidenziato che solo il 50% dei docenti ha competenze tecnologiche e che solo il 60% impiega bene il tempo a preparare lezioni digitali. Certo, con la pandemia la scuola digitale è cambiata, afferma Berardinelli, dirigenti, docenti, animatori digitali sono stati chiamati ad affrontare una grande sfida.

Il 9 marzo 2020 le scuole italiane chiudevano i battenti per la pandemia, il 10 marzo l’allora ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, contattò tra gli altri Google Italia, Microsoft, i fornitori di connettività digitale, per consentire di offrire l’adeguato supporto alle scuole: l’istruzione non poteva e non doveva fermarsi. La risposta di Google fu immediata e subito si cercò di dare supporto alla piattaforma Google For Education: in soli tre mesi ci furono oltre 6500 richieste di registrazione da parte della scuola italiana. Ma potevano realmente i docenti portare la loro lezione sulla G-Suite? Bastava registrare la scuola?

In Italia tutto è avvenuto in maniera super efficiente, l’80% dei docenti è riuscita ad attivare la piattaforma, a gestire le lezioni con Meet, tutti aspetti che per chi è nel campo possono sembrare scontati. Docenti che non erano abituati a gestire un dispositivo, una videoconferenza, hanno dato una risposta positiva partendo subito e non facendo fermare la scuola: quello che era il timore della ministra, del governo, dei genitori, rimase solo un timore. Il problema era la metodologia, poiché non si poteva pensare di fare lezione on line come in presenza.

Superata la complessa fase iniziale di avvio, il problema principale era, e resta, quello della formazione dei docenti non sempre affidata a persone con la giusta esperienza. Non a tutti è evidente che ai docenti non serve una formazione tecnica o una formazione teorica di cui, poi, resta poco. Lo strumento senza metodologia, senza esperienza, non serve a nulla, la formazione deve essere fatta da chi sa cosa significa entrare nella scuola.

Molti docenti, dopo il periodo più buio della pandemia, hanno visto nel ritorno a scuola un ritorno alle condizioni didattiche precedenti, all’utilizzo improprio degli stessi strumenti e ad un utilizzo ridotto quando non assente delle piattaforme. La sfida del futuro è invece proprio questa, ha affermato Berardinelli, avere docenti che moltiplichino le buone pratiche; la scuola d’eccellenza resta tale se ci si raccorda con le istituzioni locali cercando di far fare un passo in avanti a tutte le scuole del territorio.

Tutto ciò è importante poiché il mondo del lavoro è profondamente cambiato, entro il 2025 il 70% delle professioni evolverà verso il digitale e l’innovazione tecnologica. Il mondo del lavoro richiede come attitudini fondamentali la capacità di gestire la comunicazione, la creatività, il lavoro collaborativo, le capacità di prendere decisioni e risolvere problemi. Tutte le attuali professioni, dal meccanico al medico, si rapportano con la tecnologia ma devono saperla usare.

La scuola non può ignorare ciò; non si chiede ad un docente di fare un corso di collaboration, ma sicuramente si può chiedere di imparare ad usare con estrema competenza la tecnologia, che non è l’unica ma sicuramente una delle modalità più immediate per ingaggiare oggi i ragazzi.

Come cambierà la scuola?”, chiede un papà. Per Berardinelli è già cambiata, decisamente in meglio, e cambierà ancora. Diventerà una scuola dove i docenti utilizzeranno la tecnologia e l’approccio didattico per competenze come cavallo di Troia per offrire alle studentesse ed agli studenti le metodologie per sviluppare le attitudini che il mondo del lavoro richiede.

A conclusione, vari i momenti di confronto con domande e curiosità poste dai presenti tra cui quella di una docente che ha chiesto quanto, a livello europeo, l’Italia sia indietro rispetto agli altri Paesi. Google è un’azienda internazionale che ha rapporti con il mondo, quindi in grado di avere un’idea reale dell’utilizzo della tecnologia nelle scuole. Berardinelli afferma senza dubbio che, dopo la pandemia, lo scenario è cambiato e l’Italia si pone oggi ai primi posti nell’utilizzo didattico delle nuove piattaforme, e questo è un motivo di orgoglio che deve spingere a continuare su questa strada.

Cosa dire a conclusione di questo interessante evento? In questo tempo di immobilità sociale ed economica, la scuola non si è fermata e la didattica a distanza (oggi didattica digitale integrata) si è trasformata in un antidoto contro la passività e l’isolamento umano. Dai libri e quotidiani a tweet e podcast, la pandemia ha cambiato enormemente il settore della scuola che si è dovuta adattare a “nuovi modi di fare didattica”.

La tecnologia ha dato alla scuola la possibilità di salvaguardare se stessa ed il futuro delle prossime generazioni. Ed a questa prova la scuola è decisamente sopravvissuta.

Allegati

locandina_Convegno_Vitale.pdf

La Scuola dopo la pandemia