Ricordando Giovan Battista Cutolo

Grande emozione in entrambe le sedi  per l’accoglienza degli alunni delle classi prime.

Il primo giorno di scuola, si sa, non è un giorno come tutti gli altri, è un momento chiave dell’anno scolastico ma quest’anno ha avuto un significato diverso poiché si è deciso di aprirlo in una modalità che sia gli alunni che i genitori presenti hanno trovato estremamente emozionante: un momento musicale e di riflessione per ricordare e onorare il giovane musicista Giovanni Battista Cutolo, ucciso in strada a Napoli per futili motivi.

La rete delle Scuole Secondarie di Primo Grado della Campania con percorsi ad indirizzo musicale e il Polo dei licei musicali e coreutici della Campania hanno condiviso la proposta della scuola capofila regionale, IC Mons. Mario Vassalluzzo CoMVass di Roccapiemonte, di iniziare l’anno scolastico sostituendo il suono della prima campanella con il suono del corno, strumento suonato dal giovane Giovanni nell’orchestra Scarlatti Camera Young di Napoli. Giovanni Battista, GIò Giiò per gli amici, era un ragazzo educato, gentile e con un grande potenziale artistico oltre che un grande senso del dovere. 

La giovane orchestra della Don Salvatore Vitale e i suoi insegnanti di strumento della sede succursale di Licola hanno deciso di dedicare, alla sua memoria e al suo talento, un ulteriore  momento musicale sulle note delle colonne sonore di "La vita è bella” e "Forrest Gump", ascoltate in religioso silenzio da tutti i presenti e terminate con un lungo applauso.

Sono nato a Napoli, la città più bella del mondo, la città della musica, e la musica ha ispirato la mia scelta. A 14 anni ero componente dell’orchestra Scarlatti Yunior, a 17 il mio primo concerto da solista con il mio amato corno, strumento al quale ho dedicato giorno e notte. Bach la mia passione, Bethoven il mio maestro. Sogni… sogni… sogni…i nterrotti, sfumati, spezzati, finiti. Tre colpi.” Queste parole, lette da un alunno, sono quelle che sicuramente avrebbe detto Giovanni se avesse potuto parlare della sua ingiusta morte.

L’arte e la musica, purtroppo, non salvano vite umane e l’omicidio di Giovanni ne è la prova, ma non si può accettare che giovani vite vengano spezzate da simili atti di violenza gratuita. Condannare certe condotte non è sufficiente a evitare che si ripetano. Bisogna educare alla “NON VIOLENZA”. C’è bisogno di un impegno quotidiano e costante fin dall’infanzia da parte delle famiglie, della scuola, delle comunità religiose, delle associazioni di volontariato. 

Il mondo dei giovani, con particolare riferimento alla loro educazione e formazione a 360°, deve godere di un’attenzione pari se non superiore ai tanti altri temi che attenagliano l’attenzione dei media. Non bisogna dimenticare un accaduto così grande e doloroso come la morte di un giovane che aveva tanti sogni da realizzare; è tuttavia fondamentale che un evento così orribile si trasformi in un messaggio di speranza.