Pietro Grasso incontra i ragazzi

Giovedì 13 aprile 2023, mattinata all’insegna della legalità presso l’auditorium della sede succursale. Accolto da alunni e docenti delle classe terze accompagnati dal Dirigente Scolasticodal vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, dal sindaco di Giugliano in Campania, Dott. Nicola Pirozzi prima, dal vicesindaco Francesca D'Alterio poi, è intervenuto il dott. Pietro Grasso, ex presidente del Senato ed ex magistrato per rispondere alle domande dei ragazzi sui temi della legalità e della lotta alle mafie, attraverso le proprie variegate esperienze professionali e di vita.

Ogni anno il Presidente Grasso incontra centinaia di studenti per raccontare la propria esperienza di lotta alla mafia e portare la straordinaria lezione di generosità e volontà di giustizia dei suoi grandi amici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, entrambi vittime simbolo di quella lotta.

Chiusa la propria esperienza professionale, ha sentito in modo particolare il dovere di portare la propria testimonianza ai giovani delle scuole italiane e così, rispondendo alle tante domande degli alunni, ha raccontato la propria vita: dalla scelta degli studi di Giurisprudenza alla sua visione del mondo della scuola e dell’istruzione, dal maxiprocesso alla mafia all’immane dolore per la morte dei suoi grandi amici Falcone e Borsellino, fino all’addio alla toga per intraprendere la nuova esperienza politica e giungere alla volontà, come lui stesso ha affermato, di trasmettere alle giovani generazioni la propria esperienza di lotta alla mafia e a qualsiasi forma di illegalità, un capitolo nuovo della sua vita come impegno per gli ideali che lo hanno guidato lungo tutta la sua vita

E, proprio rivolgendosi al giovane pubblico, racconta quanto il contatto con i giovani abbia caratterizzato tutta la sua vita, sia da Procuratore che da Presidente del Senato. I giovani, afferma il Presidente, riescono a fare quello che gli anziani non fanno a causa della loro rassegnazione cinica. Spesso, di fronte a un’ingiustizia, i “grandi” lasciano perdere per quieto vivere ma bisogna contrastare con determinazione ogni più piccola illegalità perché è lì che si insinua la mafia.

L’impegno degli adulti deve essere quello di far sì che i giovani non siano spettatori ma autori del loro avvenire e, perché ciò si realizzi, servono esempi sia nella famiglia che nella scuola. Il Presidente si sofferma proprio sulla sua adolescenza vissuta in una Sicilia violenta, quando efferati omicidi erano all’ordine del giorno. Da adolescente viveva tanta violenza senza capire perché in Italia “qualcuno” affermasse  che la mafia non esisteva. In quella Sicilia violenta decise che avrebbe fatto il magistrato, sapeva cosa serviva alla sua terra, in primis, legalità. Rivolgendosi sempre ai ragazzi, li ha invitati a non “cercare scorciatoie” per raggiungere il successo personale e la ricchezza; l’affermazione di sé, ha affermato, avviene attraverso il sacrificio personale e la determinazione a centrare i propri obiettivi.

L’ex magistrato racconta cosa significhi vivere sotto scorta attraverso i ricordi e gli insegnamenti ricevuti personalmente dai giudici Falcone e Borsellino, ribadisce che dopo le stragi del 1992 ha sentito il dovere e l’esigenza di portare la propria testimonianza ai giovani per raccontare loro l’impegno e il sacrificio di uomini che erano stati suoi amici e maestri e che hanno perso la vita per contrastare Cosa Nostra. Sottolinea che Giovanni e Paolo non avevano poteri sovrannaturali, ma che erano persone come tutti e che insieme si completavano.

Ancora oggi si sente quasi in colpa per essere sopravvissuto a loro, erano insieme in trincea, loro sono morti ma non le loro idee. Dalla tasca estrae un accendino, attizza la fiamma e, visibilmente emozionato, racconta di averlo ricevuto in custodia da Falcone che aveva deciso di smettere di fumare. Non ha mai avuto l’occasione di restituirglielo, per lui resta un ricordo della persona eccezionale che era, e gli piacerebbe che la scintilla di quell’accendino possa accendere delle fiaccole in grado di continuare a diffondere le idee di Falcone e Borsellino e i loro valori.

Attraverso il suo racconto e le sue risposte alle domande dei ragazzi, l’incontro con Pietro Grasso è stata l’occasione per rafforzare il senso critico, l'impegno civile per realizzare una nuova cittadinanza più attenta al bene comune. Durante l’incontro la mafia è stata paragonata alla pandemia che ha privato le persone della libertà; in entrambi i casi ci si è trovati a combattere contro un nemico invisibile che, nel caso della criminalità, dovrebbero essere i giovani d’oggi, adulti del domani, a debellare con semplici armi che sono a loro disposizione come il rispetto, il coraggio, l’onestà perché, come ha affermato Grasso, “Il fiume diminuisce o aumenta la propria portata ma il suo obiettivo rimane sempre il mare.”

Ho sempre sentito forte dentro di me un’urgenza di giustizia.

Sono cresciuto con il sogno di sconfiggere la mafia

e ho dedicato tutta la mia vita adulta a perseguirlo.

Gli anni che ho vissuto da Magistrato e da Presidente del Senato

sono il mio contributo a questo grande Paese

che è l’Italia.

                                              Pietro Grasso

Pietro Grasso incontra i ragazzi