Infanzia dietro il filo spinato
Grazie all'amicizia ormai consolidata con l'Istituto per la Polonia, agli alunni del nostro Istituto è stata offerta l'occasione straordinaria di incontrare lo scrittore polacco Bogdan Bartnikowski, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Un’esperienza unica, toccante e coinvolgente per i giovani studenti che hanno partecipato lo scorso 6 marzo, sia in presenza nell’Auditorium della sede centrale che in collegamento on line dalle classi, al racconto coinvolgente dell'autore, oggi novantaduenne, sulla sua drammatica esperienza durante la detenzione nei campi di concentramento quando aveva solo 12 anni.
Un viaggio nel passato tragico della nostra storia in cui persero la vita milioni di ebrei, tra cui molti bambini, vittime innocenti dell’odio razziale e dell’antisemitismo. Un viaggio che ci riporta a riflettere sulla necessità di valorizzare la memoria per educare le nuove generazioni a contrastare ogni forma di discriminazione, ancora oggi presente, e impedire che i fatti orrendi legati all’Olocausto possano ripetersi in futuro.
Il tema della violazione dei diritti umani è stato centrale nella riflessione di Bartnikowski (in polacco con il supporto della traduzione di due esponenti della comunità polacca locale); i ragazzi hanno vissuto momenti di toccante commozione nell'ascolto delle tragiche vicende vissute dall’autore.
Nato nel 1932, Bogdan Bartnikowski divenne in età adulta soldato e successivamente giornalista per la stampa militare, scrittore e reporter dell'esercito polacco. Durante la rivolta di Varsavia e gli arresti improvvisi da parte dei tedeschi che la accompagnarono, venne catturato con la madre (il padre non lo avrebbe più rivisto) e, il 10 agosto del 1944, venne deportato ad Auschwitz dove rimase per più di 8 mesi, come racconta nel suo libro "Infanzia dietro il filo spinato" (titolo orginale "Dzieciństwo w pasiakach", "Infanzia in uniformi a righe") scritto nel 1969. Otto lunghi mesi di privazioni e sofferenze, dove i giorni sembravano anni, vissuti insieme ad un gruppo di 150 ragazzi dai 10 ai 14 anni.
“Chi entrava a Birkenau non ne usciva; io sono entrato ad Auschwitz con il numero 90200731”; questa una tra le tante commoventi affermazioni dello scrittore, che hanno innescato una moltitudine di domande tra gli studenti particolarmente coinvolti nella storia nonostante le difficoltà linguistiche; domande cui l'autore ha sempre risposto nonostante la sua età.
Molto cruda la risposta alla domanda se può ricordare qualcosa di positivo su quell'esperienza. La sua risposta piuttosto netta è stata negativa, per lui non c'erano che spiragli di cattiveria e crudeltà nel comportamento degli aguzzini tedeschi.
SI è trattato in sintesi di un’occasione unica ed indimenticabile per la platea studentesca della scuola, per la quale va dato merito alla responsabile dell’Istituto per la Polonia di Lago Patria, Anna Smolinska, che ha organizzato l’incontro con il Patrocinio dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata di Roma e del Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Campania (dott. Dario Dal Verme), anch'egli presente all'incontro.
Presente all'importante momento di crescita della comunità il Comune di Giugliano, rappresentato dall'Assessora alle pari Opportunità Isabella Riccardo e dalla Consigliera Ilaria Fasano.